Storia:
La località dove Forlì sorge (o i suoi dintorni)
fu abitata sin dal Paleolitico, come dimostrano i copiosi ritrovamenti
di Monte Poggiolo, con migliaia di reperti datati a circa 800.000
anni fa. Città di origine romana (Forum Livii) fu probabilmente
fondata nel 188 a.C., secondo antiche leggende da Marco Livio Salinatore,
il console che sconfisse il fratello di Annibale, Asdrubale, al
Metauro, nel 207 a.C.. Nella seconda metà del XIX secolo
Forlì diventa il "zitadòn" (cittadone) della Romagna:
un centro grande rispetto alle altre realtà urbane limitrofe,
la cui prosperità deriva dall'agricoltura - molto diffuso
il tipico contratto di mezzadria - e dal commercio del sale tramite
la via diretta verso Cervia e le sue saline, nonché dal suo
posizionamento sulla strategica via Emilia, a metà strada
fra Bologna e Rimini. Non mancarono personalità di spicco
durante il Risorgimento: Aurelio Saffi, repubblicano mazziniano
e Piero Maroncelli, amico di Silvio Pellico e imprigionato come
lui per il suo ideale di un'Italia unita e libera da dominazioni
straniere o religiose.
La
città piange i suoi martiri della Grande Guerra, ma è
con l'ascesa del Fascismo e la Seconda Guerra Mondiale che Forlì
torna a far parlare di sé. A 15 km dalla città, a
Predappio, nasce Benito Mussolini: quando egli diviene prima presidente
del consiglio, poi duce, inevitabilmente Forlì gode di una
certa fama di ritorno, cominciando a essere presentata nella propaganda
ufficiale come "la città del Duce". Durante il regime, Forlì
si sviluppa oltre il suo ambito territoriale ed economico tradizionale:
le porte e le mura antiche sono buttate giù per lasciar spazio
ai nuovi viali delle circonvallazioni e permettere la costruzione
di nuovi quartieri all'esterno del pur ampio centro storico; gli
architetti del regime si sbizzarrirono nel progettare nuovi edifici
e agglomerati corrispondenti al gusto del momento (nuova stazione
ferroviaria, nuovo palazzo delle Poste e degli uffici statali nella
centrale piazza Saffi, viale Benito Mussolini - ora viale della
Libertà); crescono le industrie locali (Forlanini, Mangelli);
nel 1936 viene inaugurato l'aeroporto "L.Ridolfi". La città
pagò il suo conto di vite umane alla guerra, sopportando
inoltre la perdita di inestimabili tesori artistici, come la chiesa
di San Biagio o il teatro comunale; anche la Torre civica fu bombardata,
per poi venire ricostruita in seguito. Il campanile della Basilica
di San Mercuriale venne invece risparmiato dai tedeschi in ritirata,
si pensa su precisa richiesta del Duce stesso.
Forlì venne liberata relativamente presto, rispetto alle
altre zone del Nord Italia: il 9 novembre 1944 le truppe alleate
britanniche entravano in città, provenienti da Rimini, con
l'appoggio delle brigate partigiane. Primo sindaco della Forlì
liberata fu Franco Agosto, cui oggi è dedicato il Parco Urbano,
polmone verde urbano sull'ansa che il fiume Montone forma nei pressi
di Porta Ravaldino. Forlì è tra le Città decorate
al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è
stato insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i
sacrifici e il corraggio delle sue popolazioni e per la sua attività
nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra
la città si è stabilizzata nelle sue attività
tradizionali legate al settore agricolo e artigianale, sviluppando
una dinamica realtà di piccole imprese artigianali o cooperative.
vedi anche Storia di Forli/ Fabio Lombardi. - Cesena : Il ponte
vecchio, [1996]